La Cronoscalata GIA ha debuttato ieri sera con un evento carico di emozioni, regalando ai piloti e agli spettatori uno spettacolo senza precedenti. Sulla spettacolare cornice dell'Eiger Nordwand , i protagonisti si sono sfidati tra curve mozzafiato e cambi di ritmo imprevedibili, inaugurando un nuovo format che ha subito conquistato tutti, grazie anche all'inedita presenza della Safety Car .
Manche 1 Un'arena di gladiatoriQualifiche infuocate: cronometro implacabile
La prima sfida ha preso il via con il giro di controllo della Safety Car, che ha aperto la pista ai piloti per una sessione di qualifiche da 15 minuti. Un quarto d’ora di pura tensione, in cui ogni curva, ogni staccata e ogni accelerazione ha fatto la differenza tra il sogno della pole e il rischio di partire nelle retrovie.
✨Giuseppe Biondi ha tirato fuori un giro mostruoso, fermando il cronometro su un incredibile 1:06.003, un tempo che sembrava imbattibile. Alle sue spalle, il mai domo Luca Fioretti, staccato di soli 423 millesimi (1:06.426), e un agguerrito Stefano Cammarata, che con il suo 1:06.608 ha dimostrato di avere il piede giusto per puntare alla vittoria.
Ma la vera sorpresa è stata la compattezza del gruppo, con distacchi minimi fino a metà classifica e una battaglia serrata per ogni posizione.
Le qualifiche si sono concluse con i motori ancora roventi e la consapevolezza che ogni millesimo sarebbe stato determinante nelle manche successive.
Manche 2 Il tracciato inversoStravolge ogni pronostico
Con la griglia definita, la seconda manche ha visto i piloti affrontare il tracciato inverso in una sfida Pilota contro il cronometro, per soli tre tentativi. La tensione era palpabile, ogni errore avrebbe potuto compromettere la gara.
La Safety Car ha scortato ogni pilota fino all'attimo decisivo, poi via, liberandoli come proiettili dalla canna: gas spalancato, cuori in gola, sguardi incollati al cronometro.
Quando tutti pensavano che il verdetto fosse ormai scritto, la seconda manche ha cambiato completamente le carte in tavola. Le curve affrontate in senso opposto hanno trasformato i punti di riferimento, costringendo i piloti a trovare nuove traiettorie e nuovi limiti. Giuseppe Biondi, galvanizzato dalla pole, ha tentato di replicare il suo giro perfetto, ma il cronometro non mente: un leggero sovrasterzo nella parte centrale gli ha fatto perdere tempo prezioso, mentre Luca Fioretti, con una guida impeccabile, ha piazzato un tempo straordinario: 1:06.664, prendendosi la vetta provvisoria. Dietro di lui, un sorprendente Bruno Rispoli (1:06.987) ha dimostrato di essere un serio contendente per il podio finale.
Ma il colpo di scena è arrivato dal fondo della classifica: Damiano Rechiuti, partito con uno dei tempi più alti nelle qualifiche, ha tirato fuori un giro capolavoro, scalando fino alla quinta posizione con 1:07.560, dimostrando che nella Cronoscalata GIA nulla è mai deciso fino all’ultimo metro.
Antonio Golia, nonostante le alte aspettative e la determinazione mostrata nelle fasi iniziali, ha vissuto una serata decisamente sottotono. Dopo una discreta prestazione nella prima manche, il pilota del Condor Racing Team non è riuscito a trovare il ritmo giusto sul tracciato inverso, chiudendo con un deludente 1:08.383. Un risultato che sicuramente non rispecchia il suo potenziale e che lo spingerà a lavorare duramente in vista della prossima tappa.
Uno spettacolo senza precedenti: il format che conquista
Questa prima tappa della Cronoscalata GIA non ha solo offerto spettacolo, ma ha dimostrato come l’innovazione possa rendere ogni gara imprevedibile e avvincente. La presenza della Safety Car, l'inversione del tracciato e la tensione costante hanno trasformato ogni singolo giro in un momento da vivere con il fiato sospeso.
L’Eiger Nordwand, con le sue pendenze e i suoi panorami imponenti, è stato il palcoscenico perfetto per questa battaglia tra giganti. E mentre i motori si spengono e il silenzio torna tra le montagne, una cosa è certa: la Cronoscalata GIA ha già scritto una nuova pagina nella storia delle competizioni virtuali.
Ora l’attenzione si sposta alla prossima tappa, dove i piloti cercheranno la rivincita e i leader proveranno a consolidare il loro dominio. Una sfida che promette ancora più adrenalina, più spettacolo e, soprattutto, più emozioni.
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Damiano: <<Un evento nuovo in casa GIA molto bello ed interessante con una formula particolare. Complimenti a tutti coloro che hanno partecipato e reso bello questo evento. Complimenti a Luca per il miglior tempo. Attendiamo la classifica di questa prima tappa. Ci vediamo lunedì a Mount Panorama.>>.
Luca: <<Gara ed evento particolarmente belli! La cosa più interessante è che ognuno porta più o meno il suo stile di guida! Chi più ruvida chi più delicata! Dovendo modificare a nostro piacimento il serio della nostra civic! La novità GIÀ della safety car è stata una cosa innovativa è veramente bella e sicuramente da provare ad inserire altrove e più frequentemente. Grazie a tutti ci vediamo alla prossima crono.>>.
Bruno: <<Bella serata tutti molto corretti è veramente perfetti siete stati bravi anche nel venirci incontro essendo per noi una novità a qualche piccola incomprensione. Tutti insieme possiamo solo migliorare. Mi fa piacere della serata che ne è uscita e che sia piaciuta abbiamo fatto di tutto per renderla particolare e diversa dalle solite cose. La prossima sarà ancora meglio. È stato un grande piacere provare questa novità. Alla prossima bravi tutti.>>.
Antonio: <<Che dire, una serata da dimenticare. Sono arrivato a questa prima tappa con tanta voglia di fare bene, la macchina sembrava pronta e il feeling c'era, ma in gara non è andata come speravo. Già nella prima manche, sul tracciato normale, non riuscivo a chiudere un giro pulito: ogni curva sembrava un'incognita, una frenata anticipata, una traiettoria leggermente sporca, e quei piccoli errori si sono accumulati. Il tempo finale, l'1:07.669, parla chiaro: ottavo, fuori dalla lotta che conta E per uno come me, abituato a stare lì davanti, è difficile da digerire. Poi è arrivato il tracciato inverso, e lì le cose si sono complicate ancora di più. Eiger, girata al contrario, diventa quasi un'altra pista: curva cieche, cambi di pendenza ancora più ingannevoli e zero margine d'errore. Ho provato a spingere, ma mancava quella fiducia necessaria per rischiare davvero. Il mio 1:08.383 è stato il colpo di grazia. Nono. Troppo lontano per essere soddisfatto, troppo vicino per arrendersi. Ma le gare sono anche questo. A volte si vince, altre si impara. Ora testa bassa e concentrazione totale per la prossima sfida.>>.





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