Monologo di Antonio Golia dopo SUZUKA



Golia: Sai, ci sono gare che non sai bene dove metterle. Non sono trionfi. Non sono disastri. Sono...quelle gare. Assurde. Faticose. Per certi versi, persino fastidiose. Ma, maledizione, sono epiche. 

(Tuta sporca di pioggia e benzina. Il casco poggiato accanto. Sguardo lontano, stanco ma vigile.)

Già dalle qualifiche ho capito che qualcosa non andava. Esco per il mio giro di lancio, concentrato, carico, pronto a spaccare il cronometro…E chi mi trovo in traiettoria all’uscita box? Giuseppe Biondi. Come un paletto stradale piazzato lì per caso. Mi manda fuori pista. Mi guarda. Sorride. Un vigliacco. Con la V maiuscola.

Parto dietro. Ma io non mi abbatto. Mai. Rimonto. Pezzo dopo pezzo. Fino a trovarmi lì. Dietro al solito Biondi, leader come sempre, con la faccia di chi si crede già al Museo della Velocità. Lo attacco. Una, due, tre volte. Niente. Troppo veloce. Troppo costante. E io? Io, troppo… io. Troppo incostante.

Poi arriva il momento dei pitstop. E lì mi gioco la carta: anticipo la sosta. Un giro prima. Una mossa da scacchista disperato. Ma funziona.

Torno in pista. Lui esce dai box. Ci incrociamo. Lui accelera. Mi vuole bloccare. Ci tocchiamo. E lì… scatta il dito medio. Un gesto antico quanto la rivalità. Lui s'infuria. Per un attimo lo vedo pronto a chiamare i commissari, l’avvocato, forse anche sua madre. Ma poi ci ripensa. Perché Biondi è sì un vigliacco…ma è anche furbo.

Torna in pista. Mi supera. E se ne va. Come fanno i codardi: fuggono vincenti. Ma la gara non è finita. Anzi, è un rebus continuo. La pioggia arriva come una benedizione sporca. Tutti ai box. Cambio gomme. Poi? Poi il cielo si scoccia e smette.

Vedo la pista asciugarsi. Anticipo di nuovo. Gomme da asciutto. Sorpasso Emanuele. Terzo. Luca davanti a me. Biondi imprendibile. Ma qualcosa si muove. Anzi… qualcuno. Altieri. Come un fantasma notturno. Mi fa gli abbaglianti. Mi entra negli specchietti. Mi dice, senza dire: “Sto arrivando.”

Tengo duro. Mi difendo. Resto terzo. Salvo il podio. E salvo la testa del campionato.

(Pausa. Sguardo serio.)

Ma so che così non può durare. Se non lascio alle spalle queste gara…non vincerò mai davvero. Nota di merito?

Il team Recchiuti. Che sbaglia tutto. Ma proprio tutto. Persino la colazione. Cereali e latte scaduto. Dissenteria fulminante. Damiano più ai box che in pista. Una tragedia comica.

(Ride, amaramente. Poi si alza. Prende il casco. Si volta verso il buio.)

La strada è lunga. La battaglia continua. E Biondi…non sarà sempre davanti. Ci vediamo in pista.

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