(Seduto sul muretto dei box, casco ancora sotto il braccio, la tuta mezza aperta. Gli porgono una birra IPA. Lui sorride, tranquillo, quasi come se avesse appena finito una passeggiata e non due gare sotto il sole di Willow Springs.)
“Eh… che giornata, ragazzi. Willow Springs… un posto assurdo, sembra di correre dentro un forno con le ruote. Curve, salite, discese… e quel vento caldo che ti taglia la faccia anche dentro il casco. Ma io… boh, mi sento bene. Tranquillo. Non so, sarà l’adrenalina o questa IPA, ma oggi è andata come doveva andare.
La qualifica, certo, quella no… non è andata come speravo. Potevo fare di più, lo so. Mi sono trovato nel traffico, ho perso un paio di decimi preziosi, e alla fine mi sono dovuto accontentare del secondo tempo. L’unico che davvero poteva mettermi in difficoltà era Biondi, il mio nuovo compagno di squadra. Veloce, preciso, uno che quando fa il giro buono ti lascia lì a chiederti come diamine ha fatto. E infatti… primo lui, secondo io. Ma sapevo che la gara era tutta un’altra storia.
Alla partenza della prima gara ho deciso: gomme morbide. Rischio calcolato. O partivo bene o mi bruciavo le gomme in cinque giri. Ma è andata alla grande — scatto perfetto, curva uno e Biondi già dietro. Lui bravo, eh, non ha perso posizioni, ma io… io avevo già il mio ritmo, quello che volevo. Veloce, pulito, preciso. 1:14.649, tempo record. Pit stop perfetto, nessun intoppo. Da lì solo gestione, e quel distacco che cresceva giro dopo giro. Alla fine +11.969 su Biondi. Gara pulita, da manuale.
Luca? Mah… non si è visto. Mi aspettavo di più, sinceramente. È come se stesse mollando, non lo so. Peccato, perché quando era in forma dava spettacolo. Ora invece... più bassi che alti.
Gara due era tutta un’incognita. Partivo ultimo, griglia invertita, e già pensavo: ‘vediamo fin dove riesco ad arrivare’. Alla prima curva… ero quarto. Non chiedetemi come. Recchiuti e Luca davanti che tenevano bene, ma io li studiavo. Giro dopo giro ho capito dove fare la differenza. E lì, nella prima curva, attacco deciso. Uno, due, via. Mi sono messo davanti e non mi ha più visto nessuno.
Dominio totale, gara perfetta. Adesso primo in campionato, Biondi secondo. E questo è bello, perché il livello si alza. C’è rivalità, quella sana, quella che ti spinge a dare di più. Con Luca, purtroppo, quella scintilla sta svanendo. Ma vabbè… ci penseranno zio Emanuele e Recchiuti a tenere alto il nome del team LED. Noi, intanto, avanti così. Condor GIA in volo alto. Sempre più in alto.”
(Beve un sorso di birra, guarda il tracciato alle sue spalle e sorride.)
“Ah… Willow Springs. Caldo infernale, ma dolce come questa IPA.”
— Antonio Golia, dopo la doppia vittoria a Willow Springs.


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