🎙️ Monologo di Antonio Golia Condor GIA

Dopo la doppia gara in terra svizzera

(Davanti ai microfoni, la folla ancora applaude. Golia sorride, con la tuta aperta fino al petto, una calma quasi disarmante. I giornalisti cercano di fargli domande, ma lui alza una mano e parla per primo.)


“Fermi tutti, prima che iniziate con le solite domande sui tempi, le strategie, o su chi ha fatto cosa.
Voglio dire una cosa chiara: la cosa più importante, più dei successi ottenuti fino ad ora, è la reazione e la complicità che questo team sta raggiungendo.
Non è una frase fatta. È il risultato di settimane di lavoro, di fiducia, di confronto vero tra piloti e tecnici.

Stiamo lottando, io e Giuseppe Biondi, per il titolo, sì. Ma mai — e dico mai — si è smesso di lavorare insieme, di condividere, di crescere.
Ogni possibilità di miglioramento viene discussa, studiata, messa sul tavolo da tutti. E questo fa la differenza.

Voglio ringraziare Alberto, prima di tutto. Ha dato tutto, ogni metro di pista, ogni curva, ogni prova.
Avrebbe meritato risultati migliori, ma un problema di carburazione imprevedibile gli ha tolto un piazzamento importante.
Ma non è passato inosservato.
Così come Giovanni, sempre lì, pronto a sacrificarsi per il bene del team.

Oggi voglio dirlo forte: questi ragazzi sono scudieri come pochi. Senza di loro, nessuno di noi starebbe qui a parlare di podi o di punti.

Sapevamo che con Giuseppe avevamo due macchine eccezionali, veloci e solide.
Anche se con assetti diversi — perfino con aerodinamiche differenti — siamo riusciti ad avere prestazioni quasi identiche.
La qualifica è stata un caos, tanto traffico, ma ho trovato subito un giro pulito: 1:09.350. Nessuno scendeva sotto.

Poi ho visto Emanuele, poco distante. Andava forte, davvero forte. Non riuscivo ad avvicinarmi, ma sapevo che se fossi rimasto in scia, qualcosa poteva succedere.

Rientriamo insieme per il cambio gomme. Esco dai box, e lì, davanti a me, c’è ancora lui.
Ultimo giro. Tiro tutto, recupero metri, e in radio chiedo supporto al mio compagno di squadra.
Alberto, da campione vero, lascia spazio.
Emanuele perde un attimo di ritmo, forse sorpreso dalla manovra, e io ne approfitto.
Vado. Dritto, pulito, preciso.
Passo sul traguardo, guardo il display: 1:08.705.
Giro record, pole position, e un punto già in tasca.

La gara poi è andata come volevamo.
Partenza perfetta, dietro di me Giovanni che blocca magistralmente gli attacchi dei LED e di Emanuele.
Io davanti, libero, con un ritmo costante fino al traguardo.
Vittoria pulita, strategia impeccabile, e sul podio con me un grandissimo Biondi e un Emanuele in crescita.

Gara due? Beh, stessa storia ma con più brividi.
Partivo ultimo, griglia invertita.
Dopo poche curve ero già secondo.
Davanti a me questa volta c’era lui, Giuseppe Biondi — veloce, elegante, impeccabile.

Provo a forzare, recupero due secondi sui cinque iniziali, ma la macchina mi ricorda che sto esagerando.
Un piccolo errore, e i due secondi tornano indietro.
Capisco il segnale: gestisco, non rischio.
Dietro di me Recchiuti Damiano dei LED spinge forte, e non aveva senso buttare via un secondo posto.

Così porto la macchina a casa. Biondi primo, io secondo.
Un altro doppio podio per il Team Condor GIA, un risultato che parla da sé.

Oggi il campionato è una lotta a due, una sfida vera, corretta e combattuta metro per metro.
Ma attenzione: Emanuele è tornato, più aggressivo e brillante che mai. È da tenere d’occhio.

Noi, intanto, continuiamo così: uniti, lucidi, e sempre pronti a migliorarci.
Il titolo? Lo deciderà la costanza, non la fortuna.”

(Golia sorride, si toglie i guanti, e con la calma di chi sa di essere nel pieno controllo del proprio destino, lascia il microfono tra gli applausi dei tifosi e il brusio dei cronisti.)

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